APRILIA DORSODURO

Pregi: Estetica riuscita, motore corposo, ciclistica a punto
Difetti: neutral non pervenuta , mancanza frizione antisaltellamento, frizione dura

Aprilia si getta nel mondo delle supermotard, con un occhio alla rivale ducati. Propone infatti una moto più facile, molto più abbordabile, a livello di costo, ma con prestazioni che non si discostano molto, ad esempio, dalla famosa motardona di Borgo Panigale. Affinati i difetti di base, riscontrati a suo tempo sulla Shiver, la Dorsoduro si propone come una ottima proposta in questo settore, ultimamente privo di grosse novità.

ndr. Per le manovre rischiose ci siamo affidati ad un Dummies, che d'ora in poi sarà nostro compagno di test.





ESTETICA

La Dorsoduro affascina. La linea è davvero piacevole. Appuntita davanti e con il posteriore che svetta all'insù. Bello il telaio a traliccio in cui è incastonato il bicilindrico a L. Ogni particolare sembra davvero curato. Il disegno del faro anteriore molto originale, i fianchetti posteriori che abbracciano il voluminoso scarico sottocoda, i foderi della sospensione anteriore color oro ed il forcellone color alluminio che danno un taglio netto all'uniformità della versione Nera della motard di Noale. Tagli netti raccordati da sinuose curve piacciono da qualsiasi parte la si guardi. Anche i piedini della forcella sono ralizzati con cura. Visto da sotto, risulta un pò pesante lo scarico. Un pezzo unico che da sensazione di pesantezza. Ma visto da posizioni normali piace con le due uscite verso l'alto. Un tocco racing è dato dai cerchi dalle razze a Y davvero sottili, dalle pinze radiali color oro, simili a quelle realizzate da una famosa ditta italiana, e dai freni a margherita. Nulla sembra essere messo lì a caso...unico dubbio rimasto, l'impossibilità di vedere un modello dotato di pedane per il passeggero. Il gommone dietro poi fa una scena davvero spettacolare.



DOTAZIONE

Al reparto sospensioni, nella zona anteriore, troviamo una bella forcella regolabile. Al posteriore un mono Sachs regolabile nel precarico, montato lateralmente, svolge egregiamente il proprio lavoro. L'esuberanza del motore viene smorzata dai morsi delle pinze radiali, marchiate Aprilia, su due dischi a margherita da 320mm di diametro. Al posteriore, il classico, disco singolo. La potenza frenante è gestita dalla mano del pilota attraverso una pompa freno idraulica tradizionale. Pompa idraulica anche per la leva frizione, che però risulta abbastanza dura e faticosa in città per chi non è allenato. A livello di gestione elettronica, Aprilia, ha optato per tre soluzioni di potenze della centralina. Così si può star certi che sotto un diluvio, impostata la modalità Rain, la moto sia mansueta e gestibile. All'estremo opposto c'è la mappatura Sport. Questa mappatura da libera potenza al bicilindrico. In mezzo c'è una soluzione, a me poco chiara per colpa della sua somiglianza alla Sport, che dovrebbe arrotondare l'erogazione senza stravolgere la moto, come nel caso della Rain, chiamata Touring. Tutte le scelte della centraline si fanno attraverso una semplice selezione dal manubrio o da fermi o in movimento a gas chiuso. Questa gestione elettronica non paga, come in passato, lo scotto di poca sensibilità e molto ritardo nell'apertura delle farfalle. Ora finalmente è a punto. Il cruscotto è ben progettato, da molte informazioni, ed ha un'estetica molto intrigante. L'estetica dunque è appagante, grazie a contrasti cromatici azzeccati e ad una linea davvero piacevole.




GUIDA:

Posizione di guida alta, ma corretta. Leggendo il dato un pò si ha paura. Ma una volta in sella si capisce che non c'è bisgono di rotelle per stare in piedi. I comandi sono razionali ma, prima di uscire a passeggiare, un tecnico ci spiega i tasti per il cambio di mappa. Queste diavolerie elettroniche! Accesa la moto noto, quasi subito, la durezza della frizione. Passeggiando non sarà un problema, ma di certo nel traffico alla lunga stancherà. Le vibrazioni ci sono e non sono timide. Ora basta con le chiacchere. Frizione prima e via. Il motore spinge davvero bene fin dai giri più bassi. Occhio al cruscotto. Siamo in mappa S. La moto in movimento è agile, la posizione è più infossata rispetto alla Hypermotard. Metto un pò di marce, ma il motore spinge senza problemi anche in quinta. L'allungo è notevole, con una curva di coppia davvero convincente, ed una spinta che forse lo è anch edi più. Certamente più cavalli, ai futuri proprietari, non saranno di certo necessari. La taratura standard delle sospensioni è, a mio giudizio, azzeccata. Le buche si passano senza problemi. La moto è veloce a scendere in piega e anche nei cmabi di direzione. Anche, se in questi ultimi, la moto sembra un pò molle, per via della particolare tipoligia di moto e della posizione di guida. Inizio il test dei freni. La frenata c'è, le sospensioni affondano. Ed eccoci fermi in uno spazio di frenata davvero ridotto. Data l'escursione della forcella, la sensazione è di instabilità nelle staccate più violente, ma una volta fatta l'abitudine, l'impianto trasmette grande sensazione di gestibilità. Nel percorso di allenamento tra i birilli ha dimostrato una certa agilità. Ma un raggio di sterzo non poi così limitato. Nelle curve più veloci la Dorsoduro si fa apprezzare, sempre con il dubbio se guidare con la gamba stesa o con il ginocchio piegato, e un rettifilo diventa un piacere. Nelle scalate più violente il posteriore salta. Troppo. E forzando il ritmo si arriva nelle curve con poca stabilità e un filo di apprensione. Occorre tardare molto la scalata e tenere il motore basso di giri. Credo che una frizione antisaltellamento sia l'optional giusto per violentarla tr auna curva e l'altra. Il Dummies, riportata la moto, lamenta come nelle manovre al limite sia un pò secca. Nel cambio di marcia in monoruota pare essere un pò legnosa. Ma ecco che finalmente arriva un semaforo. Uno di quelli in cui aspettando il rosso puoi goderti un tramonto intero. E nasce un problema. La Neutral è impossibile da beccare. Mentre scende il sole i crampi alla mano si accentuano. Ma di una spia verde sul cruscotto ancora nulla. Il Dummies mi scansa. Il semaforo si accende di verde. Dummies spara una penna e al semaforo successivo e ci prova lui. Niente da fare. Contatterà "Chi l'ha visto".





MOTORE:


Soddisfazione è la parola che ti viene in mente se pensi al suo motore. Ottimo risultato di coppia e potenza. L'allungo non è infinito ma ti accompagna fino all'ultimo grado di rotazione della lancetta del contagiri. E già ormai si è appagati. Dai dati dichiarati la coppia è già massima a 4500giri e davvero non si sente il bisogno di qualcosa di più. Anzi. Sicuramente su qualche curva stretta di qualche passo di montagna l'esuberanza potrebbe essere fonte di preoccupazione. Le Dunlop di serie sono messe a dura prova dal bicilindrico accreditato di 92cv. Una piccola nota di colore. La colonna sonora non è davvero piacevole. Il suono è pieno e cupo e si sente fin dai bassi. Qualche scoppiettio rende ancora più entusiasmante la guida.


GIUDIZIO:

Sono davvero felice che Aprilia abbia prodotto un mezzo così ben fatto. Esteticamente appagante. Motore che non teme alcun paragone. Ciclistica a punto e un prezzo più basso rispetto alle sue concorrenti dirette. Insomma i motardoni che snobbano cilindrate inferiori ai mille sono avvisati. C'è una "piccola" belva incattivita pronta a darti l'anima affinchè tu riesca a stare davanti.


Aprilia Dorsoduro è disponibile nell'unica cilindrata di 750cc in tre colorazioni:
Rosso, Bianco e il classico Nero

 

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