APRILIA MANA 850

Pregi: tecnologia avanzata, motore vivace, unica nel suo genere
Difetti: è una novità e va compresa, linea non convincente

La giornata è molto bella, il clima quasi primaverile, è ora di ricominciare la stagione motociclistica, ci vuole qualcosa di nuovo…vera novità nel panorama a due ruote? Beh senza dubbio ai primi posti, se non al primo per originalità di idea e progetto, c’è Aprilia Mana.
Uno sguardo veloce girandoci attorno, una veloce discussione con il concessionario e la curiosità per un prodotto che viene reclamato come il futuro, come “un nuovo modo di vivere le due ruote e come una moto che ha tante sfaccettature”, è tanta. Quindi eccoci subito in sella per quella che di certo si prospetta come una prova del tutto particolare!





ESTETICA

La moto non è poi così male nel complesso, ma per un modello che vuole essere il futuro mi pare un po’ banalotta e goffa. E’ infatti un insieme di linee moderne e retrò, che forse vuol proprio riassumere il concetto, ma che a mio avviso è un tentativo stilistico mal riuscito, specie se confrontato con gli altri prodotti nuovi della casa di Noale. L’ingombro del bicilindrico 850 e della sua trasmissione automatica, in veste nuda, fanno comprendere come mai sul Gp800, dal quale eredita proprio il propulsore, vi era così poco spazio nel sottosella. Qui paradossalmente lo spazio a disposizione sorprende grazie al “serbatoio” dedicato come bauletto capace di contenere un casco demi-jet o un casco integrale se dalla forma regolare. Infatti il mio Suomy lì non entra. Per aprirlo niente chiavi, basta schiacciare un bottone posto sulla parte sinistra dei comandi. Al suo interno infine trovano posto una comoda presa da 12volt, la sacca degli attrezzi e l’accesso per la batteria.
Insomma il design tra il faro modaiolo con il family feeling della Shiver, la tentata eleganza delle carene prive di grafiche, il mono laterale, il revival anni ‘80 dello scarico e del codino con vistoso maniglione per il passeggero personalmente non mi fa impazzire. Nel panorama a due ruote insomma, almeno esteticamente non mi pare offra qualcosa in più delle altre.



DOTAZIONE

Tecnologicamente la moto è avanzatissima. Prima di essere messa in moto ci vuole un rapido corso di aggiornamento da parte del concessionario che mi spiega la funzione di ogni singolo pulsante del blocchetto comandi. Quest’ultimi sono ben rifiniti e i comandi risultano molto ergonomici. La parte elettronica è quella più interessante, molto ricca come in tutte le Aprilia di ultima generazione la strumentazione indica praticamente qualsiasi cosa si voglia sapere sull’uso della moto: posizionamento del cavalletto laterale, parziali chilometrici, velocità massima, velocità media, consumo medio, temperatura del motore, livello carburante… Il tutto è facilmente visibile sul computer di bordo ben integrato nel cruscotto dalla linea semplice e compatta, e grazie al pulsante “mode” e possibile in modo semplice passare da un’informazione all’altra. Ma non è tutto, anzi manca ancora parecchio…come tutte le nuove nate in casa Aprilia, anche Mana offre le tre centraline con la possibilità di settaggio tra Touring, Sport e Rain. Quest’ultima taglia di netto la potenza e permette una guida rilassata anche su fondi resi viscidi ad esempio da pioggia o ghiaccio nel periodo invernale. Mana risulta quindi ricca di molti particolari, ma non di una leva della frizione. E’ proprio questa la sua novità principale, al posto della leva della frizione trovano posto altri due tasti, + e -, grazie ai quali si può decidere, settando da fermi con il tasto dedicato sui comandi a destra, se utilizzare la trasmissione elettronica totalmente automatica, come uno scooter, o quella sequenziale, più simile ad una moto. Siete pronti a rinunciare alla leva della frizione ma non a quella del cambio? Nessun problema…c’è e la si usa normalmente, in alternativa ai tasti, riuscendo a cambiare anche a gas spalancato. In frenata a velocità quasi 0 le marce scalano automaticamente riportando la moto in prima. Non male in città! Specie se pensiamo che in modalità sequenziale il cambio è a 7 marce.
Inoltre altra cosa utile è la presenza di una leva tipo freno a mano, in fase di parcheggio magari in salita o discesa può essere un buon alleato per i più sbadati.
Telaio a traliccio, pinze radiali su doppio disco anteriore dal look simil Brembo ma made in Noale, e sospensione posteriore con possibilità di regolazione del precarico ed estensione della molla completano la dotazione di serie.
Dove si trova il serbatoio da sedici litri? Semplice, non dimenticate che questa moto è anche scooter, e quindi si trova sotto la sella del passeggero. Soluzione discutibile per comodità, praticità e perdita di tempo alla pompa di servizio.




GUIDA:

Salgo in sella conscio che sarà una strana prova, non una di quelle dove fin dall’inizio cerco di capire subito il comportamento generale della moto, qui bisogna proprio imparare ad usare questa moto-scooter…un classico cerco la leva della frizione e lei non c’è, …i tasti + e – non siamo mica sulla playstation!!! Parto utilizzando la trasmissione automatica, l’acceleratore elettronico e il cambio automatico lavorano veramente bene, la fase di cambio marcia avviene in modo fluido e dolce, proprio come in uno scooter. Dopo qualche minuto decido che è il momento di provare a non utilizzare la frizione ma a voler comunque cambiare di testa mia, cambio modalità al semaforo e attendo il verde. Strano cambiare marcia così, i tasti proprio non mi vanno a genio, e così utilizzo la classica leva del cambio, le marce si possono inserire anche a gas aperto, ma per abitudine in quel frangente chiudo e apro rapidamente il gas. Con un sistema del genere, e non conoscendo il mezzo a fondo, ritengo che la scelta di non inserire, in quel gioiello di strumentazione, il contagiri sia stata azzardata. A segnalare la cambiata solo dei piccoli led da arancio a rosso per cercare di evitare il brusco taglio del limitatore. La cosa non mi convince, ma con il passare dei minuti prendo sempre più confidenza e inizio a trovarmi più a mio agio anche con il sistema a tasti sequenziali. Particolarità, o non sono riuscito io, o la moto non fa ingranare marce troppo alte a velocità ridotta…la sesta ad esempio a venti chilometri orari…ti concede un paio di marce più alte, nulla più, quindi la classica prova di ripresa mi risulta quasi impossibile. Veramente utile la scalata automatica in frenata a velocità 0, mentre il freno motore al di sotto di circa trenta chilometri orari è quasi nullo, e questo mi fa pensare che l’impianto frenante, efficace in relazione al tipo di moto, su alcuni passi di montagna potrebbe davvero esser messo in crisi facendo scorrere qualche gocciolina di sudore freddo nella percorrenza di stretti tornanti da fare per forza in prima.
Con il passare del tempo, una volta acquisita una certa confidenza con il sistema della trasmissione, la mia attenzione, e non ditelo a nessuno, si sposta dal videogames tecnologico alla guida vera e propria.
La posizione di guida è molto turistica: schiena dritta e manubrio mediamente largo. Non mi aspettavo certo di trovare pedane arretrate e polsi caricati in avanti, quindi posso affermare che la posizione risulta comoda e il pilota è ben inserito, la sportività estrema lasciamola ad altre moto. Non ho dietro nessun passeggero, ma la dimensione della sua sella e le solide maniglie fanno presupporre che questa moto sia adatta alle gite fuori porta anche in coppia e magari con qualche borsa al seguito.
Nel breve percorso di prova ho notato che la forcella, se non si richiedono staccate violente al limite, non è poi così male, altrimenti risulterebbe morbida e la mancanza di qualsiasi tipo di regolazione renderebbe difficile proseguire con un ritmo forsennato. La frenata è ben modulabile, non ha un grandissimo mordente, diciamo che è in linea con la concezione della moto in generale.
Il peso si sente nelle manovre da fermo, ma in movimento diventa un fattore quasi secondario, e anche nelle prove di agilità effettuate all’interno del centro prove Manzoteam, la moto non se la cava male. Nella guida sportiva invece si denotano alcuni limiti dovuti alla posizione di guida e all’assetto generale della moto, bisogna lavorare un po’ con il corpo per trovare la giusta piega, ma di certo chi sceglie di utilizzare questa moto tutti i giorni non lo farà per emulare i piloti della motogp.





MOTORE:


Lo stesso bicilindrico del Gilera Gp800, suo quasi collega, offre 76 cavalli e 73 Nm di coppia a 5000giri. Quasi 200km/h di velocità max. Non male eh? Accendi la moto ed è silenziosissimo, quasi elettrico, si dimostra reattivo e generoso in ogni frangente, sempre pronto a proiettarti in avanti anche grazie all’ottima gestione elettronica della trasmissione e ad un discreto allungo. La potenza offerta dal motore, in base alla modalità di settaggio della centralina, fa si che il suo comportamento cambi in base alla scelta effettuata. Tra Sport e Touring le differenze sono meno percebili, la prima spinge più in alto e risulta un po’ più nervosa, l’altra rende meglio ai bassi, mentre inserendo Rain effettivamente la moto viene proprio limitata. Il motore insomma c’è e non è male!


GIUDIZIO:

Costa 9500€ f.c. e in questo periodo non è raro trovare delle buone offerte, a chi la consiglio? Non di certo al vero motociclista, lui rimarrebbe vittima delle continue battute senza pietà del resto del gruppo di amici, già mi vedo che soprannomi del tipo Peg Perego o Toys Center. Un po’ scooter un po’ moto, alla fine credo verrà utilizzata in modalità automatica, come capita spesso su una Smart. Di certo se per motivi di comodità, utilizzo, o anche volontà di possedere un oggetto unico si è indecisi se prendere un maxi-scooter o la Mana…non vi sono dubbi sulla scelta…offre prestazioni migliori con maggior sicurezza di guida senza ricorrere a rumorosi scarichi, porta targa orizzontali e atteggiamenti frustrati. Ovvio a chi mi riferisco no?


Aprilia Mana, in nero, grigio, bianco o blu…sarà l’antenata delle future moto? Vedremo…

 

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